Da Piazza Fontana a Bruxelles

12 dicembre 1969.
Oggi piangiamo le vittime del terrorismo che colpiscono in Europa e abbiamo paura di andare per le strade.
E abbiamo dimenticato.
In quel dicembre di quasi 50 anni fa, presso la sede della Banca Nazionale dell’Agricoltura 7 kg di tritolo vengono fatti detonare uccidendo 17 persone e ferendone 88.
Nessuno pagherà mai per questo attentato ma verranno incriminati personaggi legati agli ambienti di estrema destra, alla politica, ai servizi segreti, alla Nato, agli anarchici.
Perché ricordiamo questo fatto, all’indomani degli attentati di Bruxelles?
Perché a distanza di mezzo secolo la strategia della tensione non è cambiata.
E i terroristi vengono armati da servizi segreti e governi collusi, affinché possano attuare le loro politiche totalitariste spacciandole per operazioni di sicurezza nazionale.
I meccanismi di creazione di consenso sono sempre gli stessi. Bush figlio fu il presidente degli Stati Uniti eletto con più voti dopo i fatti dell’11 settembre.
La nostra paura fornisce l’alibi per appoggi incondizionati ad operazioni sconsiderate.
Ci fanno individuare un male, che è solo l’esecutore materiale del gesto e ci fanno entrare in una guerra che in realtà non si sta combattendo.
Non quella che crediamo noi almeno.
Si spartiscono i confini del mondo e le risorse della terra, pagando di sottobanco i terroristi che ci fanno credere che combattono.
Poi noi ci lasciamo convincere che si possa arrivare indisturbati in qualsiasi aeroporto con uno zaino di esplosivo e che le bombe si impari a farle su youtube.
Cosi crediamo che chiunque possa diventare un terrorista e ogni luogo non sia sicuro.
Invece i terroristi sono ben conosciuti, tanto che a 5 ore dalle esplosioni di Bruxelles c’erano speciali che davano nomi e cognomi dei terroristi ed i loro gradi all’interno dell’organizzazione.
Quindi se si sapeva tutto questo come hanno potuto agire?
Come senza uno stato colluso e interessato alle conseguenze di questo gesto?

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